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Il trasporto delle merci nei tempi lontani

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Principalmente le merci liquide venivano trasportati in botti, mentre quelle solide in robuste balle.

Il trasporto avveniva essenzialmente per mezzo di carri a quattro ruote e carretti a due ruote trainati da bestie da soma e con diversi tipi di barche e navi sulle vie d’acqua. 

Le strade e i fiumi erano di proprietà del re o del rispettivo principe,  il quale riscuoteva denaro per il loro utilizzo. Tuttavia, il diritto di tale riscossione poteva essere trasmesso a terzi.

Al giorno un carro percorreva al massimo 30-40 km, le strade erano in cattive condizioni, il più delle volte non erano rinforzate e piene di buche. Soprattutto con la pioggia e la neve, un viaggio attraverso le valli alpine poteva trasformarsi in un’avventura pericolosa. Si viaggiava soltanto di giorno, perché la notte sarebbe stato troppo malsicuro. Per questa ragione era importante, che in ogni città ci fossero numerose locande.

Carri (foto A. Prock)

Per molti secoli si usò il sistema dei viaggi a tappe. Se un mercante voleva per esempio andare da Augusta a Venezia con un carico di stoffe preziose, ogni 20-30 chilometri doveva trasferire il suo carico su un altro carro.  In certi luoghi, soprattutto nelle città, esistevano delle stazioni per il trasferimento del carico, con tanto di personale, carri e cavalli.

Il mercante aveva anche l’obbligo di depositare la sua merce durante la notte in un magazzino. Questo era il cosiddetto diritto di stoccaggio o di deposito.  Naturalmente il mercante doveva pagare per questo servizio. Vi erano parecchi carri vuoti pronti, uno dietro l’altro, e di volta in volta, quello in testa poteva prendere il carico e proseguire il trasporto.

Mag. Anton Prock

         
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