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Il castrum, la città, la villa

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Il castrum, la città, la villa

Al momento della definitiva conquista da parte delle truppe del generale Druso, la civiltà retica presentava dei caratteri talmente peculiari e ben definiti, da non essere messi in crisi nemmeno dalla sconfitta e dall’occupazione straniera. I costumi e la lingua, l’alfabeto, la casa, i castellieri e lo stesso paesaggio culturale del mondo retico-alpino, erano elementi di diversità talmente pronunciati rispetto a quelli latino-mediterranei da essere immediatamente riconoscibili sul territorio. La civiltà dei castellieri e la loro strenua difesa sono descritte con enfasi nelle cronache della Guerra Retica.

Il modello di insediamento urbano importato dai Romani, il castrum e la città a pianta quadrata o rettangolare, mutuato dalla tradizione greca classica ed ellenistica, si ritrova in regione a Tridentum, unica sede urbana nelle Alpi meridionali a Nord di Verona e nell’accampamento di S. Lorenzo di Sebato.

Tipici insediamenti di fondazione romana sono anche le “nuove ville” rurali dei coloni immigrati, spesso edificate non lontane da preesistenti villaggi retici e con essi per lo più pacificamente conviventi all’interno del sistema dei “pagi” e dei “vici”. Nel Basso Sarca, in epoca imperiale più densamente abitato per ragioni climatiche, agricole e commerciali (porto di Riva), sono ancora riconoscibili nel reticolo dei campi le tracce della centuriazione, una modalità di bonifica, suddivisione ed assegnazione della terra ai coloni attuata sulla base di una griglia di lotti quadrati o rettangolari.

Dall’intersecarsi della preesistente antropizzazione retica con la colonizzazione romana si crea così il primo, rudimentale tessuto del “paesaggio a centri storici” , che però solo nel corso delle successive colonizzazioni medievali, soprattutto ad opera di popolazioni germaniche, assumerà le forme del nostro tipico paesaggio culturale, quale ci è stato tramandato fino al giorno d’oggi.



         
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