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Il Cinquecento

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Il Cinquecento


La fine del 15o secolo aveva, con le grandi scoperte geografiche di nuove terre e nuovi continenti, gettato le basi per la nascita di immensi imperi commerciali e politici, inizialmente ad opera soprattutto di Portogallo e Spagna.

L’allargarsi crescente degli interessi europei portò inevitabilmente con sè grandi trasformazioni economiche e sociali all’interno del Vecchio Mondo, che, pur affondando le loro radici nei secoli precedenti, a partire dal 14o, fecero del 16o un secolo di svolta nella storia dell’Europa e del mondo da essa conosciuto.

Basti ad esempio pensare al progressivo impallidire del ruolo di Venezia (da sempre protagonista dei traffici con l’Oriente) come potenza europea di livello mondiale, dopo la circumnavigazione dell’Africa (1487) e la “scoperta” dell’America (1492).

O si pensi ancora ai mutamenti religiosi, sociali e politici avviati dalla Riforma protestante e alle rivolte popolari e al progressivo consolidarsi in varie regioni d’Europa degli Stati assoluti.


Ma anche nella vita quotidiana le trasformazioni sono significative. Con la ripresa demografica successiva alle pestilenze del ‘300, la riduzione delle zone a bosco e l’estensione di quelle coltivate a cereali, a quella prevalentemente carnivora del medioevo si va sostituendo una dieta a base di vegetali e farinacei, con progressiva diffusione di condizioni di sottonutrizione tra gli strati più deboli della popolazione.

Nelle regioni di montagna, come la nostra, meno dotate di terre ricche e meno densamente popolate, resiste meglio la piccola proprietà contadina, che permette di mantenere una dieta più variata, anche grazie all’allevamento del maiale, sia di tipo famigliare che comunitario (si pensi all’importanza dello Speck nella nostra cucina). Altri aspetti interessanti di vita quotidiana sono la quasi completa messa al bando dell’acqua dall’igiene personale, il mutare dell’abbigliamento, con sempre maggiori diversificazioni tra quello maschile e femminile e tra quello aristocratico, borghese e popolare, le tecniche di riscaldamento, con il diffondersi delle stufe al posto dei camini e dei focolari aperti, lo smaltimento dei rifiuti ancora molto precario.

Stefano Frenez


         
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