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Il gioco come mediatore didattico (53/72)

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rossi elena

rossi elena

Donnerstag, 3. Oktober 2019

Zuletzt geändert:
Donnerstag, 31. Oktober 2019

 

 Il gioco costituisce una delle principali vie dell’apprendimento e di esercizio strumentale dell’intelligenza.

Attraverso il gioco il bambino ha un coinvolgimento personale e individuale pressoché completo anche perché sa che “sta giocando” e che,comunque vada a finire la sua “realtà”, non sarà turbata.

Nella scuola, il gioco diventa mediatore didattico.

 Grazie al gioco viene stimolata la motivazione negli studenti e viene ridotto il livello di stress; inoltre il gioco assume un valore simbolico, perché attraverso di esso viene incoraggiato un atteggiamento di rispetto e disponibilità verso l’altro.

I principi su cui deve basarsi la metodologia ludica sono:

1) sensorialità, che consiste nel permettere allo studente di attivare tutti i canali sensoriali. Si pensa infatti che le parole siano imparate prima se associate a odori, immagini o altre esperienze sensoriali;

2) motricità, che consiste nell’associare la lingua ai movimenti;      

3) semioticità, per favorire uno sviluppo armonico della lingua insieme ai linguaggi non-verbali a disposizione;

4) relazione interpersonale per favorire lo sviluppo delle competenze sociali;

5) pragmaticità perché la lingua deve essere usata per raggiungere determinati obiettivi. Il bambino capisce in questo modo che può usare la lingua per soddisfare i propri bisogni;

6) la lingua si impara meglio se associata alle emozioni e, attraverso il gioco, possono nascere emozioni molto forti negli studenti, per esempio il senso di sfida;

7) autenticità perché attraverso il gioco si crea una situazione autentica a livello psicologico.

io gioco

 

 

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